Una orchestra dalla luna è un progetto per un’esperienza musicale che integra il percorso di soggetti affetti da disabilità di varia natura, giovani musicisti e studenti provenienti dalle scuole superiori a indirizzo sociale e musicale. È una proposta ad alto valore inclusivo nella quale ciascun componente trova il proprio spazio di abilitazione, riabilitazione, apprendimento, formazione e crescita personale nell’ambito dell’espressione musicale.

L’iniziativa si avvale del radicamento sul territorio del Maestro Adriano Primadei, che per diversi anni ha realizzato un laboratorio di musicoterapia presso l’Istituto Orioli di Viterbo, coinvolgendo con importanti esiti numerosi utenti.

Presentato e approvato dal Consiglio direttivo nell’aprile del 2017, il percorso musicale è stato quindi avviato in accordo con il settore terapeutico dell’UOC Tutela Salute Mentale e Riabilitazione in Età Evolutiva – Disabile Adulto (TSMREE-DA) della ASL di Viterbo. La condivisione ha consentito la scelta dei giovani con disabilità da indirizzare all’esperienza, cui hanno fatto seguito gli incontri con i genitori.

Il progetto coinvolge anche gli allievi del liceo musicale di Viterbo ed è organizzato come un contenitore all’interno del quale trovano spazio diverse proposte individuali e di gruppo, integrate e speciali, impegnate ad offrire un panorama di interventi ampio ed articolato.

Si è partiti con incontri individuali di musicoterapia, all’interno dei quali il musicoterapeuta Primadei ha potuto verificare le inclinazioni sonore dei giovani coinvolti. Parallelamente sono stati realizzati alcuni seminari di formazione rivolti agli studenti del liceo musicale. In previsione si procederà alla costituzione di gruppi orchestrali.

Il percorso ha quindi implicato la scelta di un testo, filo conduttore che la musica dovrà accompagnare. L’individuazione del testo si è profilata un’avventura nell’avventura. Dopo un percorso condiviso da un gruppo di lavoro eterogeneo per esperienze e competenze, si è optato, in seguito a un intenso dibattito, per il romanzo Terra matta di Vincenzo Rabito (Einaudi, 2007, 2014).

Quello che è stato definito da Andrea Camilleri un “manuale di sopravvivenza involontario e miracoloso”, dove si narra attraverso la vita del protagonista “cinquant’anni di storia italiana patiti e raccontati con straordinaria forza narrativa”, è stato condiviso per estrapolare alcuni brani, fino a comporre un collage che allo stato attuale funge da canovaccio per avviare l’esperienza musicale collettiva. Nel corso del confronto per la selezione dei pezzi il gruppo di lavoro ha incontrato uno dei figli di Rabito, Giovanni, la cui testimonianza sul padre si è configurata come un’esperienza arricchente per tutti.

Al termine della prima fase è stato realizzato un filmato in cui, oltre alle informazioni sul percorso progettuale riportate attraverso brevi interviste, sono stati ripresi i nostri giovani. L’intensità del rapporto con il musicoterapeuta Primadei riconoscibile nella reciprocità profonda della concentrazione e degli sguardi restituisce in sintesi, come solo le immagini possono, tutto il senso dell’esperienza che si sta conducendo.